Prosegue al Teatro Giuseppe Verdi domenica 2 aprile (porta ore 20,30, sipario ore 21,00) la stagione teatrale 2016 – 2017 voluta dall’Amministrazione Comunale di San Severo – Assessorato alla Cultura, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. Lo spettacolo in programma, riservato ai soli abbonati, è “I SUOCERI ALBANESI… due borghesi piccoli piccoli” di Gianni Clementi. Protagonisti saranno Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi. Con Andrea Lolli, Silvia Brogi, Maurizio Pepe, Filippo Laganà, Elisabetta Clementi. Regia Claudio Boccaccini.
“Ospitiamo al nostro Verdi – dichiara l’Assessore alla Cultura avv. Celeste Iacovino – un altro spettacolo di assoluto spessore artistico, con una compagnia apprezzata da tutti ed attori tanto conosciuti, non solo in teatro, ma anche al cinema ed in televisione. Il divertimento, per la serata di domenica, è assicurato, lo spettacolo è davvero coinvolgente, con giochi di parole, equivoci e tanto altro ancora per catturare i sorrisi e l’attenzione del nostro pubblico”.
I suoceri albanesi. Una famiglia borghese: un padre, una madre e una figlia. Lucio, cinquantacinquenne, consigliere comunale progressista, e Ginevra, cinquantenne, chef in carriera, con un passato fatto di lotte politiche e rivolte generazionali, conducono un’esistenza improntata al politically correct, cercando quotidianamente di trasmettere alla figlia Camilla, sedici anni, il loro stile di vita, pregno di valori importanti, di parole mai banali: l’importanza della politica, della solidarietà, della fratellanza. Ogni occasione è buona per ribadire questi concetti edificanti: a tavola, ascoltando un telegiornale, commentando episodi di vita. Al terzetto si aggiunge l’amica del cuore di Ginevra, Benedetta, erborista alternativa in analisi perenne e ossessivamente a caccia di un compagno, e frequentatrice abituale della casa, sui cui abitanti non manca di riversare le sue fragilità. Come in tutte le famiglie, anche le incombenze pratiche occupano uno spazio importante nella vita di Lucio e Ginevra e la rottura di una tubazione del bagno di servizio, che rischia di allagare l’appartamento sottostante, occupato da un eccentrico tenente colonnello, obbliga i coniugi a chiamare una ditta per il restauro completo del locale.
La ditta è formata da due giovani uomini: Igli, 35 anni e Lushan, 18. Sono albanesi, con alle spalle una storia simile a quelle che si leggono tutti i giorni sui giornali: viaggi su barconi fatiscenti, periodi di clandestinità, infine l’agognato permesso di soggiorno e adesso una ditta, con tanto di partita Iva e lavoro in quantità. Un esempio da seguire per Camilla e i giovani come lei, abituati al contrario a situazioni agiate e iperprotettive. È questo che Lucio e Ginevra pensano, contemplando la luce che illumina gli sguardi dei due albanesi. Una luce piena di vitalità, voglia di fare, come solo chi ha davvero conosciuto la fame può ancora avere.
Ma un giorno Lucio dimentica un importante documento, torna a casa ad un orario imprevisto e le certezze sue e di Ginevra crollano come un castello di carte. A dimostrazione che i vecchi proverbi non passano mai di moda: chi predica bene, razzola male…