La gioia della festa in onore di Maria SS. del Soccorso è stata spazzata via questa mattina dall’orrendo fatto di sangue che ancora una volta ha colpito la nostra comunità cittadina. Non appena una ferita pare si stia chiudendo subito ne viene riaperta un’altra; e come un corpo malato la nostra città non riesce a risollevarsi e a riprendere un cammino che dia speranza, serenità e pace a tutti coloro che in questa città vogliono vivere e lavorare onestamente.
Anche se profondamente avviliti ma non scoraggiati, sentiamo di dover condannare con forza questo ultimo grave atto di violenza e chiediamo che si spezzi la catena dell’odio e della vendetta, via senza uscita che non dà pace e sollievo a nessuno né ai vivi, né ai defunti. La conversione e il perdono sono l’unica strada da seguire per una riconciliazione autentica e senza riserve che arresti la spirale della violenza che attanaglia la nostra città. Queste tragedie ci interpellano e ci riempiono di inquietudine perché evidentemente abbiamo ancora molto da fare per rappresentare, come realtà ecclesiali, un’alternativa autentica soprattutto per le nuove generazioni. Impegniamoci tutti, ognuno nel proprio ambito e con il proprio ruolo, affinché la pace torni nella nostra comunità cittadina. La vendetta è solo un modo per continuare a tenere aperte le ferite cospargendole di sale.
Maria Santissima, che invochiamo come Madre del Soccorso, venga in nostro aiuto e dia a tutti la forza e il coraggio, sì perché ci vuole coraggio, di perdonare, di amare e di vivere onestamente.
don Nico d’Amicis
don Andrea Pupilla