Carissimi fratelli e sorelle,
è con gioia grande e sentimenti di vera gratitudine al Signore, che mi appresto a vivere insieme con voi, per la prima volta, la tanto attesa e amata festa della Madonna del Soccorso. Ancor più sento di poter dire grazie, perché in questo momento storico ci ritroviamo a festeggiare insieme l’80° anniversario dell’Incoronazione. Vogliamo riunirci tutti insieme per camminare con Maria, nostra amatissima madre celeste, per le strade della nostra città, per poter andare, su invito di Gesù, per le strade del mondo, ad annunciare ad ogni creatura che Egli è Risorto, che la vita ha vinto, che la speranza è rifiorita e l’amore ha fatto nuove tutte le cose.
È da lei che vogliamo imparare ad affinare il nostro sguardo, per poter scorgere le necessità e le sofferenza che toccano la vita di tanti fratelli e sorelle. Da lei è importante imparare ad avere un cuore compassionevole, capace di innalzare preghiere al Figlio suo Cristo Gesù, perché intervenga nella storia del nostro tempo e ci insegni a saper mutare il lamento in danza e la veste di lutto in abito di letizia (cfr. Sal 30).
Con lei, impariamo ad avere parole di lode, che sanno raccontare le meraviglie di Dio per noi e ci fanno testimoni di una storia di salvezza, che ha nell’amore misericordiosamente incondizionato di Dio per noi il suo apice. Come “la beata Vergine avanzò nella peregrinazioni della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio (LG 58)”, così anche noi in questi giorni avanziamo nella fede.
Siano questi festeggiamenti momenti per rinvigorire l’amore filiale alla nostra Amata patrona. Siano questi giorni, tempo propizio, per unirci sul suo esempio sempre più a Cristo, perché la nostra comune fede in Lei possa spronarci ed aiutarci a crescere sempre più nel fare e vivere il bene comune, facendoci annunciatori gioiosi del Vangelo. Vogliamo metterci sotto lo sguardo materno di Maria, di lei esperta in umanità, che sa aiutarci a vivere a pieno la nostra ferialità, insegnandoci gli aneliti della vera santità e lo facciamo con le parole di un “cantore”di Maria:
“Santa Maria, donna feriale, liberaci dalle nostalgie dell’epopea, e insegnaci a considerare la vita quotidiana come il cantiere dove si costruisce la storia della salvezza. Allenta gli ormeggi delle nostre paure, perché possiamo sperimentare come te l’abbandono alla volontà di Dio nelle pieghe prosaiche del tempo e nelle agonie lente delle ore. E torna a camminare discretamente con noi, o creatura straordinaria innamorata di normalità, che prima di essere incoronata Regina del cielo hai ingoiato la polvere della nostra povera terra. (Don Tonino Bello, Maria donna feriale)“.
+ Giovanni Checchinato