Ritorna la mostra dei diorami pasquali a San Severo. L’ottava edizione parte dal 14 Aprile e termina il 25
Aprile. L’evento si terrà in Via San Giuseppe 56, tutti i giorni dalle 18.30 alle 21.00.
Questa edizione si arricchisce di 5 nuovi diorami, che si aggiungono a quelli già presentati. Le nuove opere
sono :
“La preghiera cristiana” ,
“Il suicidio di Giuda” ,
“La discesa dello Spirito Santo” ,
“ I mercanti cacciati dal tempio”
“ Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”
Sarà possibile ammirare anche un quadro dipinto in acrilico su tela 50 cm*70 cm. dell’artista locale Diletta
Ciannarella, raffigurante la morte di Gesù vista da una prospettiva insolita.
La giovane e talentuosa artista sanseverese ha motivato la sua opera con queste parole: “ sono stata ispirata dal testo contenuto nel libro di Maria Valtorta – L’evangelo come mi è stato rivelato- “.
In occasione della 8° edizione dei Presepi Pasquali sarà presentata in anteprima assoluta, sabato 13 Aprile
2019 con il Reading Teatrale in romanesco “IL TESTAMENTO DI PILATO” di e con Nazario Vasciarelli con musiche dal vivo a cura del M° Giuseppe Iuso al flauto traverso, solo per coloro che si prenoteranno al n.320.1635870.
Si replicherà , sempre su prenotazione , anche martedì 16 Aprile 2019. Per prenotare basterà lasciare un messaggio WhatsApp sul numero di telefono indicato specificando nome e cognome e quanti posti si desidera prenotare.
ATTENZIONE: La mostra dei presepi (14 Aprile- 25 Aprile) è assolutamente gratuita. L’anteprima, invece,
con Reading Teatrale del 13 aprile e la replica del 16 Aprile, prevedono un CONTRIBUTO DI 6 EURO .
Essendo i posti assolutamente limitati, è consigliabile prenotare al 320.1635870 prima possibile, al fine di non perdere questa emozione del cuore e della fede. Alla fine dello spettacolo gli spettatori saranno immersi nella penombra della sala ed i presepi si illumineranno per loro, con nella mente le parole e le
immagini tratte dal reading teatrale appena ascoltate .
Note sugli artisti :
Emilia Presutto, di San Severo. Realizza Diorami di Natale e di Pasqua da 19 anni. Iscritta alla sede Nazionale dell’Associazione Italiana Amici del Presepe. Scrive per la rivista associativa. Ha scritto e curato diverse conferenze sia sulle origini dei presepi pasquali che sul Natale. Collabora attivamente con la Onlus
“Città dei Colori” con la quale ha realizzato un progetto articolato durato 3 anni riguardante le origini del presepe di Natale e i personaggi che lo compongono.
La Presutto ci spiega che questa “usanza” del “presepe di Pasqua” era in uso già nei primi decenni del 1400 sia in Italia che all’estero, soprattutto in Germania ed Austria. Si trovavano questi “presepi” sia nelle case, generalmente custodite sotto campane di vetro, sia nelle chiese e prevalentemente nei monasteri. Poi
sono stati via via “dimenticati” fino ad essere quasi banditi con la controriforma attuata nel 1564. Ritornata in auge nell’ultimo decennio, si possono ammirare opere di questo genere ormai in tante città italiane.
La Presutto ci spiega che “i diorami “ permettono a chi li realizza, di lavorare in uno spazio stretto ma con una prospettiva a volte molto profonda, giocando con le luce ed i colori per ottenere effetti scenici che non si potrebbero realizzare con un presepe aperto . Il diorama quindi racchiude il lavoro in una scatola e
consente la visione della scena solo frontale .
Diletta Ciannarella nasce 26 anni fa. Vive a San Severo. Dotata fin da piccola di capacità pittoriche particolari segue gli studi artistici e si laurea presso l’Accademia delle Belle Arti di Foggia. Disegno e pittura ad acrilico sono i suoi cavalli di battaglia. Il suo stile pittorico è a metà tra l’illustrazione ed il realismo.
Sempre alla ricerca del dettaglio, il più piccolo, riesce a realizzare su tela il particolare, fin quasi decontestualizzarlo da ciò che è per trasformarlo in un “paesaggio della memoria”. Il quadro realizzato per la mostra ne è un esempio perfetto.
NAZARIO VASCIARELLI è un autore/attore/regista che insegue un teatro nuovo: infatti scrive e interpreta spettacoli che, pur attingendo spesso ai temi delle tradizioni popolari orali, ricercano la strada di una nuova e coraggiosa drammaturgia. Il racconto delle miserie di un “passato mai veramente passato” servono a
raccontare le stesse miserie di oggi che si rinnovano e si ripetono in un incessante ciclo continuo che sembra non finire mai.
“IL TESTAMENTO DI PILATO”
di e con Nazario Vasciarelli
Musica dal vivo: M° Giuseppe Iuso (flauto traverso)
La vita di Pilato è sconvolta e angosciata dagli eventi misteriosi che si susseguono e che mettono a dura prova la sua mente razionale di romano, abituato alla prosaicità della sua vita di soldato e di Procuratore senza mezzi misure: di fronte al “mistero” egli lotta con tutta la sua razionalità per trovare un nesso logico alla vicenda della resurrezione attraverso il confronto serrato con tutti personaggi che hanno a che fare con la sua indagine di pubblica sicurezza, dal suo fedele scriba Sesto al sommo sacerdote Caifa, da Erode a Giuseppe d’Arimatea, dal rinnegatore Pietro al fedele Giovanni.
Toccante è la descrizione dell’incontro con Maria, la madre di Gesù, che gli ricorda l’umanità e la dolcezza di sua madre morta.
Lo spettacolo, costruito come un thriller, incalza sempre più come una vera e propria indagine poliziesca, nel confronto con Sartorio, il medico personale di Pilato, che assolve alla funzione tipica del giallo moderno a cui assolve lo scienziato che puntella con le sue conoscenze mediche la tesi della morte certa di Gesù e della materiale impossibilità della sua resurrezione.
Infine sempre più emozionante diventa il rapporto con la fede che sconvolge sensibilmente l’esistenza di sua moglie, Claudia Procula costringendo Pilato a mettersi in viaggio verso la Galilea per “capire”.
In realtà il Prefetto, tramite la sua indagine sul “caso Gesù”, fa i conti con la sua coscienza e scopre attraverso continue battute d’arresto, a volte anche piuttosto buffe, un nuovo modo di vedere e affrontare la realtà: alla fine rinuncerà a capire l’irrazionale, accettando i dubbi dell’ esistenza, decidendo di vivere il resto della vita – come gli ha insegnato Claudia Procula che crede nel Messia – vicino ai suoi affetti e lontano dalla politica.
NAZARIO VASCIARELLI dichiara:
«Mai come in questo spettacolo l’impegno mio, di attore, non è tanto per rendere più o meno felice l’interpretazione del personaggio- reso simpatico e reale dal suo eloquio romanesco – ma far fiorire poeticamente una storia che, per chi crede come per chi non crede, ha comunque sconvolto e illuminato la
storia dell’umanità.
Un impianto scenografico semplice e scarno caratterizzano la necessità di una messa in scena che si concentri soprattutto sulle parole di Ponzio Pilato, che mutuando una lingua familiarmente romanesca (sul modello del film “Secondo Ponzio Pilato” del compianto Luigi Magni) cerca di fare i conti con se stesso e
con il mondo di fuori, non solo ciò che è fuori dalle stanze del Palazzo ma soprattutto fuori da sé e dal quel mondo romano crudo e spiccio che non contempla una spiritualità che invece sconvolge la vita di così tante persone, compreso sua moglie».
Eric-Emmanuel Schmitt –
L’autore del romanzo da cui è tratto lo spettacolo
Esponente della drammaturgia francese contemporanea Eric-Emmanuel Schmitt, professore di filosofia e autore di saggi e romanzi, ha iniziato la sua produzione teatrale nel 1991 e nel giro di pochi anni i suoi testi sono stati tradotti e rappresentati in tutta Europa. Due sue opere sono diventate film: nel 2000 Le libertin
con J. Deep e la regia di Gabriel Aghion dal testo teatrale omonimo e nel 2003 Monsier Ibrahim e i fiori del Corano di Francois Dupeyron con Omar Sharif. La prima messinscena italiana dell’autore risale al 1995 con Il visitatore, regia di Antonio Calenda, interpretato da Turi Ferro e Kim Rossi Stuart.