Il libro è diviso in tre parti, ognuna dedicata ad una protagonista femminile: Colomba(di cui si parla nelle cronache di San Severo dell’epoca) sua figlia Angela e sua nipote Rosa.
Si potrebbe definire una saga familiare che si riallaccia, nell’ ultima parte della storia, alla famiglia della scrittrice con il personaggio di Vincenzo Colangelo, suo trisnonno, ciò nonostante è un’opera di pura fantasia, dove personaggi storici dialogano con personaggi inventati e le vicende storicamente documentate della cronaca della San Severo dell’epoca, sconfinano nell’immaginazione.
La Storia fa da sfondo alle vicende personali dei protagonisti e abbraccia gli anni compresi tra il 1799 ed il 1865, presentando il burrascoso periodo risorgimentale così come viene vissuto in una cittadina di provincia del Sud, San Severo, roccaforte della Carboneria, alle prese con i suoi problemi locali di carestie, terremoti, brigantaggio e colera.
Filo conduttore della storia, due pistole da donna (ora in possesso della scrittrice) che passano da madre in figlia per tre generazioni e che sembrano avere in sé l’oscuro destino di dover sparare per mano delle tre donne che di volta in volta le posseggono.
La vita, la morte , il suicidio, la felicità, l’amore, la tentazione … tante sono le tematiche proposte, ma una al di sopra di tutte aleggia tra le pagine del romanzo, l’instabilità:quella politica dei continui cambi di regime, quella della natura con i terremoti, le carestie e le epidemie e quella sentimentale delle tre donne alla continua ricerca di un amore duraturo ed ideale.
Ampio spazio è lasciato alle descrizioni, dove è protagonista la luce che si posa discreta su paesaggi, scene familiari e di costume, e ai dialoghi che rendono il racconto realistico e visivo come in un film.